venerdì 13 febbraio 2009

Il muro dell'intolleranza

Osservando il mondo che mi circonda avverto un irrimediabile cambiamento verso la negatività e l'intolleranza.Cambiamento che sembra avuto impulso iniziale a seguito della scomparsa di Papa Wojtyła.

La sua vita era stata imperniata nel dialogo interculturale, i popoli si incontravano con la chiara volontà di risolvere le incomprensioni. Il mondo, nel nome di Cristo, e per mezzo di un uomo illuminato, era proiettato alla pace e alla convivenza sociale, nel rispetto dei diritti dell’uomo.

Sono passati quasi 4 anni dalla sua morte e il suo operato, sembra che a tutti, ma soprattutto agli uomini di potere, sia rimasto solo un lontano ricordo. Non si ricorda l’intensa attività di mediazione e di confronto per l’abbattimento di barriere etniche e razziali come, ad esempio, la caduta del muro di Berlino nel 1989 o il dialogo con la chiesa ortodossa nel 2001.

A conferma di quanto detto c'è la testimonianza dei numerosi muri eretti negli ultimi 6 anni come soluzione dei conflitti etnico - sociali.

Alcuni esempi? Nel 2003 viene terminata la costruzione del muro tra la Palestina e Israele. Per gli israeliani era l’inizio della pace, ma non era così per i palestinesi, che si videro espropriati dei loro territori. Il futuro era scontato, sarebbe stato segnato da tensioni politiche e sociali.

Rimanendo in Italia, a Padova, nel 2006, venne eretto un muro per separare il ghetto dai quartieri della città. La motivazione per la sua costruzione fu che era possibile garantire meglio l’ordine pubblico e in qualche modo proteggere i quartieri della periferia della città. Ma la realtà era un’altra, vi era la chiara volontà di circoscrivere in uno spazio limitato tutti coloro che potessero essere un pericolo per gli abitanti della città.

Ogni giorno assisto a intolleranze sociali, culturali, etniche, politiche. Quella stessa intolleranza che ha permesso l’Olocausto. Sono passati pochi giorni dal ‘giorno della memoria’ e mi convinco sempre di più che sia diventata solo una data, un evento esterno lontano nello spazio e nel tempo.
Vorrei credere che la realtà non sia così e che qualcuno si stia operando per il dialogo e il confronto, se fosse vero il contrario significherebbe assistere impassibili a tante piccole Shoa. E con questa affermazione, penso all’indiano bruciato a Nettuno, alla protesta dei lavoratori inglesi nel North Lincolnshire contro gli italiani, ai diritti degli immigrati in ogni luogo del mondo, al diritto dei Palestinesi di vivere nei loro territori.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

L'intolleranza è solo stupidità e ignoranza. Se la perfezione esiste ad essa è possibile accedere solo sommando mille diversità.

Anonimo ha detto...

L'intolleranza è solo stupidità e ignoranza. Se la perfezione esiste ad essa è possibile accedere solo sommando mille diversità.